La protesi inversa della spalla

Quando vi è un’ampia lesione della cuffia dei rotatori, la testa omerale risale progressivamente verso l’alto perdendo parzialmente il contatto con la glenoide. Il risultato di questo “scompenso” funzionale della spalla è la degenerazione della cartilagine articolare e un'impotenza funzionale ("spalla pseudoparalitica"). Se il trattamento conservativo (riabilitativo) fallisce, si opta per l'impianto di una protesi inversa della spalla. Questa inverte le concavità e convessità anatomiche della spalla. Questa forma particolare favorisce biomeccanicamente il lavoro del muscolo deltoide, consentendo al paziente di alzare il braccio, pur avendo una lesione massiva della cuffia dei rotatori.

Quali sono le complicanze e le controindicazioni dell’intervento di protesi inversa della spalla?

Le complicanze della protesi inversa della spalla sono rare, e comuni a quelle relative a un intervento di protesi del ginocchio o dell’anca, ossia:

  • lesioni vascolo-nervose;
  • infezioni;
  • usura e mobilizzazione delle componenti protesiche;
  • rigidità post-chirurgica;
  • fenomeni trombo-embolici.

Quanto dura il ricovero per l’intervento? È necessario un reggibraccio?

La durata media del ricovero è di 3-4 giorni.
L’intervento per  l’impianto di una protesi inversa della spalla ha una durata di circa 60-90 minuti. Viene eseguito in anestesia generale con l’associazione del blocco interscalenico oppure, in casi selezionati, solo con quest’ultimo (anestesia loco-regionale).
La fisioterapia verrà eseguita in reparto già a partire dal giorno successivo all’intervento.
Nell’immediato post-intervento, viene posizionato un reggibraccio che va portato soltanto la notte, quando si esce di casa e quando si sente il braccio “stanco”.
Il paziente verrà opportunamente istruito circa gli esercizi da eseguire a domicilio e reso autosufficiente per quanto riguarda le necessità quotidiane quali lavarsi e vestirsi.

Quando si deve iniziare la fisioterapia? Quanto tempo dura?

La fisioterapia verrà eseguita in reparto già a partire dal giorno successivo all’impianto della protesi inversa della spalla. Dopodiché la si prosegue con il proprio fisioterapista di fiducia, una volta dimessi.
Bisognerà prevedere circa 2 mesi di riabilitazione, con cadenza bi-trisettimanale.
In media il recupero funzionale e il ritorno alle normali attività quotidiane si ottiene in 2-3 mesi.

Nel lungo termine cosa si può fare con la protesi inversa della spalla?

L’obiettivo principale della protesi inversa è quello di togliere il dolore. Il secondo obiettivo è quello di recuperare il movimento della spalla per tornare a poter svolgere in modo autonomo e senza dolore tutti i gesti della vita quotidiana. Tuttavia, nel lungo termine raccomandiamo sempre di evitare sforzi eccessivi con il braccio operato, come sollevare grossi pesi, sport di collisione, ecc., per evitare che la protesi possa subire danni da sovraccarico.

Chi NON può essere sottoposto a intervento di protesi inversa?

La protesi inversa, per funzionare, ha bisogno del muscolo deltoide. I pazienti che hanno subito un danno nervoso (in particolare una lesione completa del nervo ascellare) o coloro che hanno un deltoide non funzionante a causa di precedente intervento chirurgico, non possono essere sottoposti a intervento di protesi inversa.