Le patologie della spalla: la lesione della cuffia dei rotatori

Cos'è la cuffia dei rotatori? La cuffia dei rotatori (CDR) è un gruppo di tendini che ricopre la testa dell'omero, come una vera e propria “cuffia”. È costituita da sovraspinato, sottospinato, sottoscapolare e piccolo rotondo. I tendini sono strutture fibrose che connettono i muscoli all’osso. Questi garantiscono la forza, la mobilità e la stabilità alla spalla, consentendo l'esecuzione dei movimenti in assenza di dolore.

Cos'è la lesione della cuffia dei rotatori?

La rottura di questi tendini avviene talvolta a seguito di una caduta o di uno sforzo, ma più spesso si verificano in assenza di traumi alla spalla. Le principali cause sono l’usura meccanica, l’età e il fumo di sigaretta.
Il tendine del sovraspinato è quello che più frequentemente viene interessato dalla lesione della cuffia dei rotatori, soprattutto nella sua zona di inserzione all’osso (il trochite omerale).

Quali sono i sintomi della rottura della cuffia dei rotatori?

Il paziente con lesione della cuffia dei rotatori lamenta un dolore soprattutto notturno, una diminuzione della forza e una limitazione nelle normali attività quotidiane (allacciarsi il reggiseno, sollevare una bottiglia, inserire la retromarcia in auto…).

Come si esegue una diagnosi per la lesione della cuffia dei rotatori?

Nel corso della visita è possibile eseguire un’ecografia alla spalla e scoprire cosa si vede, così da avere una diagnosi immediata.
La radiografia della spalla (nelle proiezioni anteroposteriore, profilo di Lamy e ascellare) è sempre consigliata per valutare la presenza di calcificazioni o artrosi.
Se fosse necessario un approfondimento diagnostico,  la Risonanza Magnetica Nucleare (RMN senza mezzo di contrasto) è l’esame che ci consente di valutare la retrazione dei tendini e la degenerazione dei muscoli della cuffia dei rotatori.

Come si cura una lesione della cuffia dei rotatori?

Fortunatamente soltanto una minoranza dei soggetti che vediamo nei nostri Ambulatori della Spalla necessità dell’intervento chirurgico per risolvere il problema.

Se infatti ci chiediamo come si cura una borsite, una tendinite o una lesione parziale, il trattamento previsto è conservativo. Fisioterapia e terapie fisiche (onde d’urto, laser, ecc.) sono utilissime. Molto efficaci sono altresì le infiltrazioni che noi eseguiamo sempre tramite ecografia, in modo da avere la massima accuratezza.

I prodotti che utilizziamo per le infiltrazioni sono l’acido ialuronico, il cortisone, gli anestetici oppure le infiltrazioni di PRP (Plasma Ricco di Piastrine), ossia i fattori di crescita ottenuti dalla centrifugazione di un piccolo prelievo di sangue venoso del paziente. Parliamo in questo caso di medicina rigenerativa.

Un’altra patologia che sino a qualche anno fa era sempre destinata all’intervento chirurgico era la tendinopatia calcifica della cuffia dei rotatori, ossia la formazione (molto dolorosa!) di depositi di calcio all’interno dei tendini. Oggi possiamo elegantemente “evacuare” queste calcificazioni con una procedura definita litoclasia o lavaggio percutaneo ecoguidato. Viene eseguita in ambulatorio, sotto guida ecografica, in anestesia locale e dura circa 20 minuti. Al termine il paziente ha un immediato sollievo e non necessità di alcuna immobilizzazione con tutore.

Se, invece, la rottura del tendine invece è completa e il paziente sintomatico e attivo, si opta per l’intervento chirurgico che consiste nella riparazione del tendine per via artroscopica (3-4 piccole incisioni). L’anestesia è loco-regionale, o mista, e il ricovero di una sola notte.

Nei pochi casi in cui la lesione della cuffia dei rotatori (trascurata) raggiunge un avanzato grado di retrazione e degenerazione e il paziente mostra una importante limitazione della funzionalità, non è più attuabile la riparazione e si procede pertanto all’impianto di una protesi della spalla, definita “inversa”. Questa consente al paziente, dopo 4-6 settimane, di riprendere le normali attività della vita quotidiana.

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