Sci e traumi di spalla: semplice botta o lesione grave?

Se ne parla poco, ma sugli sci e sulla tavola da snowboard anche le spalle possono essere soggette a lesioni e traumi, specie a seguito di cadute o scontri accidentali. Attenzione però a non sottovalutare un trauma di spalla perché, come dicono gli esperti, alcune lesioni gravi potrebbero non dare subito sintomi importanti.

Ne parliamo con il dottor Andrea Lisai, ortopedico di spalla di Humanitas San Pio X.

 

Quali sono i traumi di spalla più frequenti sulle piste da sci?

Tra tutti gli sport invernali, sci e snowboard sono quelli più frequentemente praticati da persone di ogni età. «E proprio la differenza di età costituisce anche una differenza nel tipo di lesione alla spalla che presentano gli sciatori – spiega il dottor Andrea Lisai -. Infatti, le lesioni della cuffia dei rotatori, con rottura di un tendine, sono più frequenti negli sciatori over 60, mentre lussazione e sublussazione di spalla, lussazioni acromioclaveari, fratture dell’omero e della clavicola sono più frequenti nei giovani. La frattura prossimale di omero, ovvero la frattura che coinvolge la parte dell’omero più vicina alla spalla e la frattura di clavicola derivano, in genere, da traumi da contatto ad alto impatto, mentre lussazione e sublussazione anteriore gleno-omerale e acromion claveare possono essere causate da cadute accidentali con il braccio disteso in avanti, oppure per un colpo diretto alla spalla da contatto con un altro sciatore».

 

Alcune lesioni gravi danno sintomi lievi 

Accade di frequente che una caduta sugli sci venga archiviata come “una brutta botta”. «Niente di più sbagliato sottovalutare un trauma alla spalla – sottolinea Lisai -. Infatti, una botta o una caduta possono provocare una frattura parzialmente scomposta del trochite omerale o la rottura parziale di un tendine della cuffia dei rotatori, che non sempre danno dolore acuto forte e limitazione del movimento della spalla. 

Va ricordato, infatti, che il dolore per una lesione a un tendine della cuffia potrebbe passare con qualche giorno di ghiaccio e un anti-infiammatorio, così come una frattura parzialmente scomposta potrebbe essere compensata da una struttura muscolare tonica. In questi casi, lo sciatore potrebbe avvertire dolore ma non limitazione nel movimento della spalla. Infine, attenzione alla presenza di un ematoma a seguito di un trauma da contatto perché potrebbe essere un segno di frattura composta dell’estremo prossimale dell’omero».

 

Cosa fare e quando rivolgersi all’ortopedico?

«Nel caso compaia dolore con o senza limitazione funzionale del braccio a seguito di un trauma da caduta o da contatto che non mostri evidenti segni di frattura (come ad esempio nella frattura scomposta) o di lussazione, la prima cosa da fare è mettere del ghiaccio sulla parte. In caso di dolore può essere sufficiente l’assunzione di un anti-infiammatorio per alleviarlo e, nei traumi minori, per risolverlo. Infatti, se dopo 3-5 giorni di ghiaccio e antinfiammatori, la riduzione funzionale, cioè la perdita di forza, e il dolore non sono passati, è consigliabile rivolgersi a uno specialista di spalla per escludere, grazie a Rx ed ecografia di spalla, la presenza di una frattura composta dell’osso prossimale dell’omero o di una lesione tendinea. Infatti – conclude l’ortopedico -, se non diagnosticate e trattate precocemente, nel tempo anche una lesione banale del tendine può provocare una grave limitazione del movimento della spalla che, difficilmente, potrà essere trattata senza ricorrere alla chirurgia».