In questi casi, per l’intervento si usa la tecnica dell’artroscopia, con 3-4 piccole incisioni.
In un’incisione si inserisce l’artroscopio. Attraverso le altre incisioni vengono utilizzati speciali strumenti che permettono di ritensionare i legamenti e la capsula (che solitamente è eccessivamente ampia) mediante plicature a 360°.
Questo avviene utilizzando piccole viti riassorbibili, o costituite interamente di sutura, che non devono poi essere rimosse.

La durata media del ricovero è di 24 ore. Il paziente viene dimesso nella mattinata successiva all’intervento in artroscopia, salvo complicazioni.
Nell’immediato post-intervento viene posizionato un reggibraccio che va portato per 30gg (salvo diversa indicazione).
Durante tale periodo è comunque possibile rimuovere il tutore 2-3 volte al giorno per eseguire cauti esercizi di mobilizzazione passiva di gomito, polso e dita sempre con l’arto adeso al fianco.
Il paziente verrà opportunamente istruito e reso autosufficiente per quanto riguarda le necessità quotidiane quali il lavarsi e il vestirsi.
Passati i 30gg dall’intervento, si potrà iniziare il trattamento fisioterapico, salvo diversa indicazione del chirurgo.
Per salvaguardare la riparazione dei legamenti non sono consentiti i movimenti attivi (per esempio sollevare il braccio in avanti), e il sollevamento di pesi per 6 settimane. Questo infatti è il tempo medio di integrazione delle strutture riparate.
Bisognerà prevedere almeno 3 mesi di riabilitazione.
In media il recupero funzionale e il ritorno alle normali attività sportive si ottiene in 4-6 mesi.